Storie
di vita attorno al focolare... VIVERE
con la STUFA a LEGNA
segnaliamo il seguente
link con una storia vera di vita famigliare attorno al focolare:
http://www.viviconsapevole.it/articoli/riscaldamendo_a_legna.php
Riportiamo il testo
per renderlo direttamente visibile
Nel casale sul monte Amiata dove vivo con la mia famiglia (io, la mia
compagna e i nostri quattro figli), tutta l’abitazione viene scaldata con due
stufe a legna e un caminetto tradizionale normale, che alimentiamo soprattutto a
fascine o ceppi grandi che nella stufa non entrano (quelli che non siamo
riusciti a spaccare).
La stufa a legna in cucina serve anche per cucinare. Sono anni che non abbiamo
più una cucina a gas (nella nostra maniacalità la guerra in Afghanistan a suo
tempo ci mise in crisi di coscienza). Inoltre sopra la stufa a legna abbiamo
messo un contenitore per l’acqua che contiene 80 litri. Il fumo della stufa,
uscendo, scalda l’acqua che mandiamo in tutta la casa per lavarci e lavare i
piatti, senza bisogno di pompe. L’abbiamo commissionato a una ditta di
Poggibonsi che produce boiler a bassa tecnologia per il terzo mondo. Abbiamo
aspettato un po’, ma poi l’hanno fatto anche a noi.
Abbiamo, quindi, sempre l’acqua calda gratis e inoltre, con un dispositivo,
abbiamo collegato quest’acqua, che è sempre eccessiva per noi, alla lavatrice,
così la stessa non deve scaldare l’acqua per lavare e consuma pochissimo.
Sulla stufa in cucina cuciniamo ovviamente anche d’estate, perché è una stufa
che ha una griglia che può avvicinare il fuoco alla piastra, per cui con piccoli
legnetti si scalda poco l’ambiente circostante, ma si può cucinare, forno
compreso.
Rispetto a un pannello solare il costo di tutto ciò è stato davvero minimo, si
parla di circa 300 euro. E non ci sono materiali inquinanti. È un serbatoio di
acciaio e basta. La stufa è ghisa e ceramica. Non c’è alcuna tecnologia per cui
non dipendiamo da nessuno. Quando la stufa o il boiler sono sporchi li smonto li
pulisco e li rimonto.
La stufa che abbiamo al primo piano, nelle camere, è una vecchia stufa in ghisa
di quelle cosiddette “a fuoco continuo” che abbiamo da vent’anni e che a suo
tempo avevo acquistato usata da un contadino per 80.000 lire e che fa ancora
egregiamente il suo lavoro.
La stufa in cucina è invece una stufa economica XXXXXX (di quelle che vi si può
cucinare sopra) che abbiamo trovato in questa casa quando vi siamo venuti ad
abitare. Noi ne avevamo una simile e altrettanto vecchia della Sideros, ma
siccome scaldava meno (aveva parecchie parti in lamiera mentre questa che
abbiamo tenuto è tutta di ghisa e ceramica) l’abbiamo venduta.
La legna sono ormai già due anni (questo cui andiamo incontro è il terzo) che
riusciamo a farcela da noi nei nostri boschi, per cui riscaldamento, cucina,
acqua calda e lavatrice è tutto gratis. Noi siamo davvero entusiasti di questo
sistema. Allo stesso modo stiamo facendo ricerche per trovare sistemi a basso
impatto ambientale, a basso costo e a bassa tecnologia per sostituire il
frigorifero e la produzione di energia elettrica.
Il
camino: il cuore della casa
Il camino è un po’ il centro invernale delle nostre riunioni di famiglia serali
o delle attività dei bambini durante il giorno e la domenica, se viene qualcuno
a trovarci.
Molte persone ci criticano perché un caminetto aperto tradizionale consuma molta
legna e “rende” poco. Questo credo sia vero. Noi abbiamo rivestito tutte le
pareti del camino di lastre di ghisa così la rifrazione del calore aumenta e
rende un po’ di più.
Sino ad ora non abbiamo optato per una soluzione tecnologica a camino chiuso per
varie ragioni. Innanzi tutto i bambini si sono opposti. Dicono che poi non
possono più vedere il fuoco se non attraverso un vetro tutto offuscato, invece
così è insieme a noi e ci fa compagnia, lo sentiamo crepitare e tutto è molto
più bello. Noi abbiamo verificato (andando in altre case che hanno l’inserto nel
camino) che ciò è vero.
Non
ci sono paragoni. Riguardo al consumo eccessivo, come dicevo, noi l’alimentiamo
con tutto lo “scarto” di ciò che non riusciamo a ridurre a una misura per la
stufa (ceppi, radici, ciocchi nodosi, fascine ecc.). Le fascine le fanno i
ragazzi d’estate e ne fanno un gran mucchio sotto la quercia gigante davanti a
casa dove poi le preleviamo al bisogno d’inverno. Normalmente i boscaioli le
fascine non le fanno più e bruciano tutta la legna piccola sul posto, ma noi la
ricicliamo in questo modo. A noi personalmente questo dispendio di legna non
costa nulla, e la presenza reale del fuoco è un toccasana da altri punti di
vista e ci ripaga senz’altro (se proprio vogliamo sempre trovare un utile…).
Infine,
non sarà tecnologicamente efficiente e utilitaristico ma, cosa di non poco
conto, non dipendiamo da nessuno. Se si sporca il camino lo pulisco e fine. Non
ci sono pompe, circolazione di acqua o di aria o altri marchingegni che poi si
guastano, ti spennano e ti fanno maledire il fuoco, il fumo ecc. E se un giorno
fa troppo vento e fa fumo (ovviamente non ha lo sportello di chiusura come
quelli a inserto) lo lasciamo spegnere semplicemente e ce ne andiamo attorno
alla stufa.
Al camino ci si può stare anche da soli senza avere la sensazione di esserlo.
Credo sia come il mare. Una presenza reale e viva.
Probabilmente abbiamo perso
parecchie sensazioni “primitive” di percezione immediata della realtà delle cose,
ma qualcosa ancora ci rimane, perché tutti coloro che passano di qui riescono ad
apprezzarlo se lo trovano acceso.
Qualche volta ci cuciniamo sopra anche le pizze o le focacce e sono buonissime.
L’unico dubbio che si addensa all’orizzonte è un’informazione
che abbiamo avuto
ultimamente. Ariele, nostro figlio più grande, ha fatto un corso all’Euz ad
agosto (l’Euz è un centro di formazione sulle energie alternative, www.e-u-z.de,
ndr) e al suo ritorno ci ha detto che il camino inquina. Infatti, non essendo
chiuso, la temperatura raggiunge i 2-300 gradi e alcune particelle inquinanti
vengono disperse nell’aria.
Invece la stufe, che hanno la camera di combustione
chiusa, raggiungono anche 700 gradi per cui tutto viene incenerito.
Questo un po’
ci ha colpito e dovremmo capire come si può salvare capra e cavoli, ma siamo in
alto mare perché appunto sono notizie di qualche giorno e vanno verificate,
anche se gli insegnanti dell’Euz non scherzano in quanto a preparazione.
Al momento, la sera, se fa fresco e non si sta proprio bene fuori, ci riuniamo
sempre davanti al camino a discutere della giornata o di quello che capita nel
mondo. Anche Ariele e Miriam – i nostri figli più grandi – suonano spesso le
loro chitarre e si esercitano in quello spazio che è, con molta probabilità,
energeticamente e naturalmente molto creativo.
Oggi la vita con una stufa od un caminetto
moderno è tanto facile da
non differenziarsi più di tanto rispetto all'utilizzo d'una caldaia a
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